Le aree dimesse, veri propri buchi neri nei tessuti urbani, rappresentano un’importante
occasione per lo sviluppo delle città da contrapporre ai modelli dello sprawl, intervenendo come
nodo centrale del dibattito e della ricerca urbana contemporanea.
Bisogna però interrogarsi sulle possibilità del progetto di tali aree, le cui trasformazioni possono
avere ricadute enormi sull’assetto della città stravolgendone la geografia e gli stessi rapporti
posizionali.
Considerare la rigenerazione un modello da contrapporre allo sprawl, necessita innanzitutto
un’analisi di quei caratteri che hanno favorito i modelli di diffusione urbana, rendendoli appetibili
sia agli investimenti che alle pratiche insediative. Bisogna quindi capire cosa porta una persona
a preferire l’outlet alle vie del centro o la villetta suburbana all’appartamento in città.
Si delinea così un nuovo modello di spazi per la città, che ibrida le tipologie tipicamente urbane
con quelle più contemporanee dello spawl, secondo i dispositivi dinamici e flessibili della
rigenerazione urbana.
In questo senso si intende proporre il caso studio delle caserme Caretto e Boscariello situate a
Napoli nel quartiere di Secondigliano ed oggetto della sperimentazione progettuale da me
svolta nell’ambito della tesi di laurea in Ingegneria Edile-Architettura presso l’Università
Federico II di Napoli.
In questa vasta area militare sottoposta a dismissione dalla Variante al piano regolatore,si
pensa di collocare un nuovo tessuto urbano che, in un territorio altamente complesso, vuole
rappresentare una nuova forma di centralità urbana capace di riattivare l’intera periferia Nord di
Napoli.