"La nascita dell’agricoltura segna, agli inizi della civiltà, la costituzione delle due più antiche
professioni al mondo: l’agronomo e l’architetto. … L’agronomo in grado di comprendere la
qualità del terreno e sapere come trattare le sementi, e l’architetto in quanto deputato
all’organizzazione creativa del nuovo ambiente umano, ovvero la gestione dello spazio che
racchiude la zona nella quale si concentrano le attività e la vita degli agricoltori”.
Ecco la nascita della città, uno dei tre assi portanti del convegno “Città, Memoria, Gente” in cui
si inseriva la sessione “Architettura, Sostenibilità, Energia” che ho moderato. Senza la città i tre
temi della sessione non avrebbero lo stesso portato. Un casale isolato nella campagna è
un’architettura, è sostenibile e produce la propria energia, almeno quella alimentare per i suoi
abitanti. Ci interessava però mettere a fuoco il meccanismo che unisce gli edifici al loro essere
insieme in un agglomerato che si è fatto città, dove si intessono relazioni umane, dove si creano
condizioni di sostenibilità, dove si consuma ma si può produrre energia.