Il futuro delle metropoli sarà quello di continuare ad aumentare in dimensioni ed estensioni,
fagocitando territorio, oppure ci sarà un momento in cui le cose cominceranno a cambiare, nella
consapevolezza collettiva e politica, che è necessario assimilare i concetti di limite e di
sostenibilità?
Sembra che le svolte economiche globali abbiano già allertato le menti sensibili verso un
necessario cambiamento di rotta nella governance urbana.
Non è più possibile ignorare le trasformazioni, talvolta molto pericolose, in atto nelle nostre città,
ed è piuttosto necessario tentare un loro indirizzamento verso passaggi temporali che
considerino l'importanza della memoria collettiva, attivando l'engramma giusto per costruire
nuove relazioni antropologiche, culturali e sociali.
Nello specifico il paper vuole esaminare la realtà della città di Delhi, la capitale indiana,
svelando l'esistenza nel suo corpo di zone di confine territoriali: zone dove ancora è possibile
trovare e riconoscere tracce della sua antica origine rurale fatta di mestieri agricoli e artigiani,
forni di argilla e terre coltivate. Questa anima della città, costituita da memorie, saperi e
relazioni territoriali è stata minacciata, negli ultimi anni, dal desiderio cieco di espansione di
imprenditori senza scrupoli e da decisioni non monitorate capillarmente relative ai piani di
sviluppo urbanistico, le quali hanno avuto ricadute non prevedibili a spese del territorio e
dell'ambiente. Negli ultimi anni, dopo la fine delle aspettative create dai Giochi del
Commonwealth, la città ha sviluppato una rete infrastrutturale più veloce, promuovendo l'utilizzo
dei mezzi pubblici e creando una rete metropolitana molto efficiente, presupposto iniziale per
riconquistare la sua antica fama di città verde. Oltre a queste nuove potenzialità infrastrutturali
anche i tessuti connettivi, tra area ed area e le grandi zone di verde urbano ( giardini, parchi e
foreste ) potenziano l'ipotesi di trasformare Delhi in una delle più competitive capitali del futuro.
Per realizzare questa visione è necessario creare vocabolari, strade e linguaggi, capaci di
suggerire lo sviluppo di nuovi modelli di insediamenti urbani sopratutto nelle zone più sensibili
ovvero laddove avviene l'incontro tra l'urbano ed il rurale.