Negli ultimi anni l’ascolto e l’osservazione della società, come via d’accesso alla pratica delle
politiche di pianificazione ed alla sperimentazione di nuovi orientamenti progettuali, ha assunto
progressivamente un ruolo più incisivo.
In tal senso la letteratura sociologica ha fornito spunti interessanti di riflessione per la
problematizzazione di nozioni come quelle di bisogno, identità e azione locale, centrali nelle
pratiche e nelle teorie della pianificazione.
Una risposta al bisogno di radicamento territoriale si osserva nella pianificazione urbanistica
degli ultimi anni in molte città europee, tra cui Napoli. Infatti, le politiche urbanistiche della città
solo di recente provano a travalicare gli strumenti urbanistici tradizionali di tipo vincolistico.
Il contributo si propone di evidenziare i risultati di una ricerca, quale caso studio, condotta a
Napoli in merito ad un intervento di progettazione urbana di notevole rilevanza sulla
riorganizzazione della città e più nello specifico, nella porzione di quartiere in cui è stato
realizzato: si tratta del Centro direzionale.
L’obiettivo di questo contributo è quello di analizzare le fasi del processo di pianificazione. Sono
state approfondite due macrodimensioni di analisi. La prima di matrice “organizzativa” in cui si
analizza quanto il processo pianificatorio sia risultato “inclusivo” rispetto ai diversi stakeholders;
la seconda di matrice “relazionale”, in cui si considera l’identità e il senso di appartenenza con il
territorio delle diverse popolazioni che vivono il Centro. È stato valorizzato il capitale “bio-socioambientale”?