I territori attuali, spesso frammentati dal crescente e incontrollato consumo di suolo hanno
bisogno di una pianificazione che ristabilisca la continuità dei luoghi contribuendo a tessere
nuove relazioni, intese come legami fisici o immateriali, ed eventualmente ricostruire
preesistenti legami di senso depauperati o eliminati. Come mostrato dal crescente uso dei
moderni strumenti di comunicazione che altro non fanno che creare delle reti per facilitare la
comunicazione e il collegamento tra persone nello spazio digitale, allo stesso modo rimane
evidente la necessità di creare delle reti di collegamento nello spazio fisico: collegando i diversi
paesi, collegando gli abitanti gli uni agli altri, collegando gli abitanti con il territorio e le sue
risorse storiche e ambientali. In misura ancora più marcata, si ritrova l’urgenza di restituire un
senso ad alcuni luoghi che hanno subito una trasformazione e una perdita di ruolo, di uso, di
cura e quindi di dignità. Il caso di studio si colloca a Roma, lungo il corso del fiume Aniene, nel
corridoio fluviale che ancora sopravvive all’aggressione del consumo di suolo e che tuttavia
necessita di particolari attenzioni verso la protezione della risorsa ambientale e verso la
protezione dai rischi connessi dalla presenza del corso d’acqua a ridosso di zone anche
fortemente urbanizzate. L’obiettivo è quello di ricucire la frammentazione urbana e impedire
l’ulteriore consumo di suolo lungo questi spazi aperti che sono il risultato di interventi di
urbanizzazione, i cosiddetti “vuoti” di risulta, gli SLOAP (Space Left Over After Planning).