Il paesaggio urbano contemporaneo, governato dal movimento e dalla trasformazione, produce
disorientamento. La velocità delle reti assorda la città, lacera e segmenta la campagna e il
binomio oppositivo urbano/rurale non si presenta più in quanto tale. In diverse aree del nostro
paese, però, in particolare lì, dove la rete dei flussi e delle infrastrutture, del mercato e
dell'economia globale, che alterano la fisionomia locale della città e del territorio, si dirada, si
nascondono dei territori meno illuminati, spazi aperti, di rallentamento, di silenzio, di
sopravvivenza di campagna e agricoltura, di resistenza alla crescita lineare e senza senso
dell'urbanizzazione (Lanzani, 2011, pag. 20). Sono territori densi di natura e di storia nei quali si
stanno verificando fenomeni emergenti, indizi, che disegnano le traiettorie per una prospettiva
di cammino differente, ormai necessario, anche per la pianificazione urbanistica
contemporanea: nuove forme dell'abitare, dinamiche di insediamento neo rurali, nuove
economie legate alla terra, processi di riterritorializzazione, rielaborazione del rapporto tra uomo
e natura, una vera e propria svolta etico-culturale.
Partendo dalla consapevolezza di vivere ed agire in un delicato equilibrio “sistema-mondo” a cui
ogni realtà locale è connessa, nell’articolo si analizza il fenomeno dei nuovi abitanti a
Luogosanto, piccolo Comune dell’Alta Gallura, in Sardegna. Fenomeno che richiede
un'impostazione metodologica basata sull'osservazione attenta, infatti, si tratta, in buona
sostanza, di associare un’analisi più generale a un’indagine di dettaglio che può arrivare
addirittura alla ricerca della singola esperienza di vita, necessaria a tracciare le linee per il
progetto di territorio.